Scrivere una Storia - la storia di un'auto

Scrivere una storia: non solo epica per la trama

Come scrivere una storia online di tipo aziendale usando il dramma, il melodramma, la commedia

Abbiamo scritto in un post precedente, che occorre scegliere la trama più adatta alla nostra storia organizzativa, e che questa trama deve appartenere a una tipologia, ad un genere letterario. Abbiamo visto come molte storie di aziende della web economy si prestino all’epica, perché i loro fondatori sono riconoscibili, hanno vissuto avventure di fondazione, sono spesso venuti dal nulla o quasi, hanno fondato le loro imprese in qualche garage e poi hanno raggiunto i massimi successi.

Proviamo a scrivere qualche altra storia secondo gli altri generi: dramma, melodramma, commedia.

 Marchionne, la Fiat e il dramma dell’auto.

Abbiamo detto che il dramma si riassume nella formula: vittime che combattono contro le sfortune fino al finale, vivere o morire. Fingendo che Marchionne mi commissioni la storia dei suoi anni in Fiat,  così scriverei il dramma.

La Fiat è da sempre la più grande azienda industriale italiana, l’emblema della fabbrica, il simbolo dell’auto nel Belpaese.  Ma a metà degli anni 0 del 2000 si è trovata nella più profonda crisi: pochi modelli, un mercato delle city car (tradizionale specialità della casa) in crisi e aggredito dai concorrenti asiatici, un indebitamento fuori controllo. E, specialmente, la considerazione che i concorrenti sono troppi: non c’è spazio per tutti e Fiat non è messa bene per competere. L’arrivo di Marchionne è in questa chiave: siamo vicini al punto di rottura. Il manager italo/canadese fa una scelta che si rivelerà vincente nel tempo sul piano dei prodotti: nasce la Nuova 500, che crea per il nuovo millennio la versione moderna di un grande successo. Non solo il prodotto trova riscontro nel mercato, ma indica una strada, quella della city car di lusso, l’unica possibile da produrre in un contesto occidentale, in cui non si può competere sui costi. Ma questo non basta, occorre un alleato capace di accrescere, e di molto, il volume di produzione. Marchionne si rivolge per questo dal lato sbagliato – così sembra – del mondo, agli Usa, che nella patria dell’automobile stanno vivendo la loro crisi mortale. La Fiat compra la più piccola e la meno competitiva delle tre big dell’auto americane: la Chrysler, raddoppiando in un sol colpo la produzione. Lo fa con un accordo spericolato con i sindacati americani – che accettano condizioni per i nuovi assunti molto peggiori del passato – e con il governo Usa. Così la Fiat diventa più grande del doppio, si presenta sul mercato americano in crisi, ma con le potenzialità del primo mercato, e può lavorare da un lato su costi più bassi, dall’altro su potenzialità maggiori.

La pianto qui, non voglio fare la storia della Fiat, che tutti conoscono, ma indicare un percorso e una trama: il dramma ha un lieto fine, ma quante traversie, quante scelte difficili, quanti nemici sulla strada!

Come scrivere una storia on line: Dubcek e il melodramma.

Dobbiamo scegliere a questo punto una storia melodrammatica  in cui  eroi diventati vittime o vittime che diventano eroi riescono a riportare le cose allo stato iniziale. Visto che ho trattato finora di personaggi – a me – antipatici come Gates e Marchionne, scrivo un melodramma dedicato a uno che invece mi sta tanto simpatico: Alexander Dubcek. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un politico cecoslovacco, oramai morto,  protagonista del più importante episodio di riforma del comunismo, la Primavera di Praga. Ecco la sua storia.

Dubcek da capo del partito comunista cecoslovacco aveva portato molte riforme in ottica liberale alla gestione della sua nazione. Era il 1968, il mondo era attraversato dalla ribellione libertaria giovanile e il vento del cambiamento era arrivato anche nel posto immobile e ostile al cambiamento dei regimi comunisti. Dubcek aveva introdotto la libertà di stampa, aveva liberalizzato un po’ l’economia, aveva ottenuto largo consenso tra i suoi cittadini. Ma questo non piaceva alle autorità sovietiche che invasero con i carri armati il piccolo paese e schiacciarono la sua, timida e incompleta, libertà. Dubcek fu processato, condannato e si ritirò in provincia a svolgere il lavoro di manovale in una fabbrica.

Ma quando i regimi comunisti, alla fine degli anni 80, furono scossi da una nuova radicale rivoluzione che fece crollare i regimi, i cecoslovacchi si ricordarono del vecchio presidente, che aveva lasciato alcune interviste che avevano accelerato il crollo del regime e si era dimostrato fedele alla patria e alle sue idee di libertà. Dubcek fu rieletto al parlamento, fu nominato suo presidente e in un memorabile comizio con l’intellettuale dissidente Vaclav Havel, divenuto presidente della repubblica, rilanciò lo sviluppo libero del suo paese. Qualche volta la storia non si accanisce con i suoi protagonisti e premia chi è stato fedele a un ideale e chi ha lottato per la libertà.

La commedia di Mirò: come riuscimmo a acquisire il primo grande contratto (e come scoprimmo la web economy)

Veniamo alla commedia:  protagonisti che con astuzia, garbo, intelligenza raggiungono i loro obiettivi. E fatemi fare un po’ di autocelebrazione, parliamo di Mirò.

Tacerò sulla sua nascita. Basti sapere che Rossella e Simona, alla fine di un corso sul marketing di cui ero responsabile, mi furono assegnate come collaboratrici perché lo stage  a cui erano destinate all’ultimo minuto non era partito. Dunque dovevo io trovare qualcosa da far loro fare, e il caso volle che in quel momento (si era alla fine del millennio scorso) partì un grosso progetto di creazione d’azienda. Con un po’ di timore e molta perplessità introdussi le due esordienti in una squadra di esperti di business plan e, contro ogni aspettativa, le due fanciulle si dimostrarono le più performanti.

Con sprezzo del ridicolo, proposi loro di fondare una nuova società, Mirò, per fare appunto business plan e le due incoscienti dissero sì. Le cose andarono subito male, e i pochi lavori acquisiti erano incapaci di darci soddisfazione.

In un viaggio in treno incontrai però un vecchio collega dell’Olivetti, che mi rivelò che un nostro giovane cliente della Telecom, dopo anni di gavetta, aveva fatto carriera ed era diventato capo  della formazione. Riuscii a farmi dare un appuntamento e lo andai a trovare per provare a convincerlo ad affidarci il business plan della nuova attività di e-learning che volevano attivare. Lui mi fece parlare, spiegare le nostre idee, le nostre competenze, le nostre referenze (un po’ migliorate, in verità) e poi tirò fuori da un cassetto il business plan preparato da KPMG, uno dei giganti internazionali della consulenza. Mi sentii un cretino e fui preso da scoraggiamento totale. Lo salutai sconfitto, ma ero sulla porta che lui mi chiese: “Di web economy, sapete qualcosa?” “Tutto” dissi io mentendo. “Bene, perché io ho un problema. Abbiamo avuto l’incarico dal Ministero dell’Economia di realizzare un grande progetto sulla web economy e sta arrivando l’estate e già so che i miei collaboratori pensano solo alle ferie. Non è che volete provarci voi?”

Fu così che portai a casa il più grande contratto della storia di Mirò: formammo alla web economy con un progetto di eLearning 1200 persone e imparammo, alla fine del lavoro, tutto sulla rete e i suoi segreti. Fu così che iniziò la nostra avventura sul web. Quella per la quale scrivo questo blog.

Quale tipo di trama preferisci? Quale trama varrebbe secondo te scrivere una storia bella, attrattiva, da condividere?