La favola degli open data

Gli open data e lo storytelling

Open data e loro narrazione

Gli open data sono una delle mode del web. Attraverso i dati aperti, specialmente se connessi tra loro e dunque “linked” come dicono gli esperti – ci saranno grandi benefici per i cittadini e le imprese.

Ma per ottenere questi risultati occorre far capire bene che significa questa apparentemente semplice cosa, e per questo servono anche le storie, serve fare storytelling. È quello che ha pensato Open Data Trentino, la struttura che gestisce i data set della Regione dolomitica, che ha lanciato un concorso per la realizzazione di storie che spieghino appunto cosa sono e come funzionano quei dati aperti che costituiscono la base del web 3.0, il web che passa dai documenti ai dati.

I risultati del challenge sono disponibili on line e lì ci si può fare un’idea non solo di cosa sono e a che servono i dati aperti, ma anche – ed è quello che maggiormente ci interessa – di come si fa divulgazione attraverso lo storytelling. Nella gallery si possono ammirare tutti i prodotti realizzati, che vanno da semplici presentazioni con sequenza di diapositive, a animazioni vere e proprie (tra cui una parodia in dialetto veneto di alcune sequenze di Biancaneve di Disney).

Lo storytelling degli open data in Trentino

La storia risultata vincitrice è “La favola degli Open Data”, realizzata da Funny Data Crew, una sequenza animata che illustra con efficacia e capacità divulgativa perché gli open data possono sconfiggere il mostro burocrazia.

La Pubblica Amministrazione è una regina che nasconde i suoi dati in un castello appunto custodito al mostro burocrazia, e solo aprendo la sua cassaforte consente a tutti di vivere felici e contenti.

Lo stile della storia è divulgativo senza scendere alla banalizzazione, e i concetti sono illustrati con correttezza e precisione, pur in un contesto di – finta – narrazione per bambini. Ci sembra una bella esemplificazione di quello che sono (che possono essere) i dati aperti, una possibilità offerta a tutti di avere una base di dati utili sia per il cittadino, sia per le imprese che possono elaborarli per fornire ulteriori servizi – a pagamento o no – ai cittadini. Ma, ed è l’aspetto più interessante dal punto di vista narrativo, si sottolinea che questo rende la pubblica amministrazione trasparente e permette di sconfiggere quel terribile mostro che è effettivamente la burocrazia.

Gli open data sono una possibile rivoluzione (anche se nel mondo dell’Ict sono state vendute molte rivoluzioni che poi sono fallite), ma il successo del loro utilizzo è legato alla comprensione della loro utilità, alla diffusione dei data set, alla disponibilità della burocrazia di essere meno mostruosa.

Quindi benvenuto il marketing sociale su questi temi, e benvenuto il nostro amatissimo storytelling se può servire a diffondere la cultura dei dati aperti.